
Cura, etica e dignità nella terza età: intervista a monsignor Pegoraro sul Comitato Etico di Altavita-IRA
In questa estate 2025 AltaVita-IRA vede concludersi il mandato del Comitato Etico in carica dal 2022 e l’entrata in funzione, prossima, del nuovo organismo. Per una riflessione sui temi trattati e sul ruolo dell’organismo all’interno dell’ente padovano abbiamo sentito monsignor Renzo Pegoraro, il presidente del Comitato Etico uscente che ha concluso la sua attività.
Pegoraro, laureato in medicina e chirurgia e Docente di Bioetica alla Facoltà Teologica del Triveneto, già Direttore Scientifico della Fondazione Lanza e Presidente del Comitato Etico per la Sperimentazione dell’Istituto Oncologico Veneto, nel maggio scorso è stato nominato da papa Leone XIV Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (Città del Vaticano), di cui dal 2011 ha ricoperto il ruolo di Cancelliere.
L’Accademia Pontificia per la Vita (PAL) è un’istituzione della Chiesa Cattolica voluta da papa Giovanni Paolo II nel 1994, la cui missione principale è la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona. I componenti sono circa 150 scienziati e studiosi, scelti per le loro qualifiche accademiche e la loro esperienza.

GLI VIENE CONSEGNATA UNA TARGA PER RINGRAZIARLO DEL LAVORO SVOLTO ALLA PRESIDENZA DEL COMITATO ETICO DA PARTE DEL CDA DI ALTAVITA-IRA. A DESTRA DI PEGORARO IL PRESIDENTE STEFANO BELLON
D. Monsignor Renzo Pegoraro, AltaVita-IRA è stata pioniera con l’istituzione del Comitato Etico, il primo in Veneto in un centro servizi per anziani. Qual è, a suo avviso, l’importanza fondamentale di un organismo come questo all’interno di una struttura che si prende cura di persone fragili?
R. È stata un’ottima e importante iniziativa istituirlo, in modo da tenere vivi e sviluppare i valori etici in un centro servizi dove ci sono ospiti particolarmente fragili. È cruciale dedicare attenzione ai bisogni e alle necessità più specifiche delle persone che vivono questa fase della loro vita, che hanno necessità particolari. Il Comitato Etico ricorda e riconferma la centralità della persona anziana e della sua dignità, ed è fondamentale riconoscere come ogni persona, anche quando l’età è avanzata e le patologie si manifestano coi loro sintomi e disagi, meriti di essere al centro dei servizi, delle cure e dell’accompagnamento.
Nello specifico, va ricordato che dalla sua istituzione e fino all’inizio del 2024 il presidente del Comitato Etico è stato il dottor Valter Giantin, geriatra con un’importante formazione in etica e bioetica, che ha favorito l’avvio e la crescita del comitato etico. Io sono subentrato in seguito, continuando nello spirito e nelle modalità di lavoro del comitato. Un organismo caratterizzato dall’interdisciplinarietà che, unita all’indipendenza e all’autonomia, è fondamentale per una discussione, un confronto e un dialogo sereni e costruttivi. L’autonomia è infatti cruciale per il buon funzionamento del comitato, che si pone l’obiettivo di aiutare chi ha le responsabilità decisionali, gli ospiti, gli operatori, offrendo un contributo di riflessione, di studio e di dialogo che diventa un aiuto prezioso per tutti.
Nella nostra attività una particolare attenzione è sempre stata rivolta al tema del dolore e della sofferenza. Due realtà che procedono appaiate: il dolore ha una componente fisica, ma la sofferenza coinvolge l’aspetto emotivo, psicologico e spirituale. Ci si deve prendere carico di questa situazione e trovare risposte sempre più adeguate all’esperienza del dolore e della
sofferenza dell’anziano, che vanno affrontati e trattati in una maniera molto specifica, vista la sua particolare condizione.
Il Comitato Etico è anche un ponte con la società civile e il volontariato, per promuovere un dialogo e un confronto che dedichi attenzione alle tematiche e ai risvolti presenti in un centro servizi per anziani, e che favorisca una cultura più generale del rispetto, dell’inclusione e del dialogo con tutti i soggetti della società.
In questi anni il Comitato Etico si è anche occupato di alcuni casi specifici che ponevano interrogativi etici su trattamenti medici, sull’accoglienza di richieste particolari da parte degli ospiti e sulla valutazione di alcuni studi clinici che li coinvolgevano. Questi studi andavano analizzati attentamente dal punto di vista etico, per i loro propositi e obiettivi, e per le garanzie di tutela e di rispetto dei soggetti interessati.
D. AltaVita-IRA promuove un profondo impegno etico, che si riflette anche in progetti come “RSA senza dolore”. Come il Comitato Etico ha supportato e rafforzato questi principi e iniziative nella pratica quotidiana dell’ente?
R. È un progetto molto importante, “RSA senza dolore”, cui aggiungerei “senza sofferenza”, tenendo conto di tutti gli aspetti già ricordati sopra. Bisogna andare oltre il versante fisico, includendo anche quello psicologico e spirituale. Il Comitato Etico ha sostenuto questo progetto, promuovendo un protocollo per rilevare la presenza del dolore e della sofferenza negli ospiti, e per formare gli operatori a gestire questa valutazione e a rispondervi in maniera sempre più adeguata.
È un approccio di equipe, un lavoro congiunto sul versante medico, infermieristico, psicologico e spirituale, per dare una risposta che permetta di ridurre, eliminare o controllare il dolore e la sofferenza. Il Comitato Etico ha analizzato e fatto proprie le indicazioni di un documento congiunto della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia e della Società Italiana di Cure Palliative. Questo per favorire una conoscenza e un approccio sempre più competente ai bisogni della persona anziana, quindi cure palliative che siano sempre più attente alla condizione e alle patologie dell’ospite, capaci di rispondere concretamente alle sue necessità. L’obiettivo è arrivare a cure palliative sempre più qualificate e personalizzate, precoci e simultanee ad altre cure, con ricadute sugli aspetti organizzativi e assistenziali dei servizi prestati.
D. Guardando al futuro, quale messaggio si sentirebbe di lasciare ad AltaVita-IRA, al personale, agli ospiti e alle loro famiglie, riguardo la centralità della persona e l’impegno etico che contraddistingue l’ente?
R. Anzitutto, confermo la centralità della persona anziana e dell’ospite, con la sua intrinseca dignità. Bisogna riconoscerne i reali e concreti bisogni e fornire risposte sempre più attente. In secondo luogo, è fondamentale la formazione continua del personale sanitario, sociosanitario e di tutti gli operatori, per far progredire i valori etici del servizio, le loro motivazioni e la capacità di gestire le attività, affrontando anche le difficoltà, le delusioni e le incomprensioni nel rapporto con gli ospiti e i familiari.
Un’altra cosa importante è la capacità di ascolto, dialogo e comunicazione, verbale e non verbale, da parte degli operatori, per creare un’alleanza che permetta di aiutare, servire e accompagnare. In questo si inserisce anche la Pianificazione condivisa delle cure (PCC), richiamando la Legge 219/2017. Bisogna concordare per tempo con l’ospite, i familiari e gli operatori su come procedere
se le condizioni si aggravano o se lo sviluppo di certe patologie compromette la capacità di intendere e volere dell’ospite.
La Pianificazione condivisa delle cure permette di precisare meglio la proporzionalità delle cure mediche, per evitare forme di accanimento terapeutico, ma anche spinte verso l’eutanasia, il suicidio assistito o forme di abbandono. Il Comitato Etico diventa importante proprio nella valutazione di certi casi critici, per trovare assieme quale sia la buona e corretta assistenza e quale sia il bene dell’ospite da raggiungere insieme.
Infine, credo che sia importante, anche per il futuro, continuare in certe iniziative di dialogo con la società civile, per promuovere una cultura dell’accoglienza, della vicinanza e della presa in carico, evitando quella che Papa Francesco chiamava la “cultura dello scarto”. Al contrario, dobbiamo promuovere la solidarietà, la giustizia e la fraternità, dedicando attenzione, accoglienza e cure alle persone più fragili, come spesso sono gli anziani.
Padova, venerdì 19 settembre 2025
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Note biografiche:
-Rev. don Renzo PEGORARO, è nato a Padova il 4/6/1959.
-Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia il 12/11/1985 presso l’Università di Padova, ed è iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Padova. -Ha conseguito la Licenza in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1990, e quindi ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Bioetica presso l’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Roma.
-Dal 1994 al 2015 è stato prima Segretario Generale della Fondazione Lanza di Padova (Centro di Studi, Ricerche e Formazione nel campo dell’etica), e poi Direttore Scientifico. -Dal 1994 è Docente di Bioetica presso la Facoltà Teologica del Triveneto.
-Dal 2006 al 2022 è Presidente del Comitato Etico per la Sperimentazione dell’Istituto Oncologico Veneto.
-Dal 1998 al 2013 è stato Membro dell’Executive Board della ESPMH (European Society of Philosphy of Medicine and Healthcare), e dal 2005 al 2007 Presidente.
-Dal 2010 al 2013 è stato Presidente dell’EACME (European Association of Centers of Medical Ethics).
-Dal 1° settembre 2011 è Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita (Città del Vaticano). -Dal 2016 al 2025, Membro e Presidente del Comitato Etico AltaVita-Istituzioni Riunite di Assistenza (I. R.A), Padova
-Dal 13 maggio 2025 è Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
-Ha pubblicato diversi volumi, come unico autore e come co-curatore, e svariati articoli, e saggi.
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