
Non chiudersi nel silenzio: i consigli delle Forze dell’Ordine per difendersi dalle truffe agli anziani
Un messaggio chiaro è stato lanciato durante l’incontro sul tema delle truffe agli anziani, che si è tenuto mercoledì 24 settembre nella sala polivalente del Centro Servizi Beato Pellegrino di Padova. L’evento, parte del progetto “Noi non ci caschiamo. Facciamo rete contro le truffe!”, organizzato dal Comune di Padova in collaborazione con Questura e Comando dei Carabinieri, ha visto la partecipazione di personale della Polizia e di funzionari dello Sportello comunale di Supporto, che hanno fornito consigli pratici e diretti su come riconoscere e prevenire i raggiri, o come reagire se li si subisce.
L’incontro è partito da un assunto fondamentale: “I truffatori sono bravi, ma non bisogna mai chiudersi e vergognarsi”. È stato ribadito che la vergogna fa il gioco dei malintenzionati. La prima e più importante contromisura è, se si viene colpiti dai truffatori, parlare subito con i familiari e condividere l’accaduto con altri anziani e amici. Divulgare le esperienze è essenziale per “mettere in allarme altre potenziali vittime”. Questo tipo di reati, spesso commessi da gruppi organizzati in trasferta, sono in aumento e possono essere contrastati solo creando una rete di informazione e solidarietà.
Gli agenti della Questura patavina hanno poi passato in rassegna le diverse tipologie di truffa, dando consigli alle persone anziane presenti:
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In casa: i malviventi si spacciano per tecnici delle municipalizzate, o anche per poliziotti o carabinieri. È fondamentale ricordare che le Forze dell’Ordine sono sempre identificabili con un tesserino e un distintivo, e che è sempre consigliabile chiedere di mostrarli e, in caso di dubbio, telefonare al 112 o al 113 per una verifica.
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Per strada e nei luoghi pubblici: le borse vanno tenute sul davanti in autobus, poi bisogna fare attenzione nel carrello della spesa o quando si preleva denaro al bancomat o in Posta. I truffatori spesso vi tengono d’occhio e possono fotografarvi per mandare la foto a un complice appostato nelle vicinanze. Il consiglio è quello di fare prelievi quando non c’è nessuno nei paraggi o, se l’importo è ingente, farsi accompagnare.
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Al telefono: una delle truffe più gettonate, fa leva sul lato emotivo, raccontando che “vostro figlio è in difficoltà”. In questi casi, la regola è una sola: riagganciare immediatamente e chiamare il 113 o il 112. Un’altra tecnica è lo spoofing”, che fa apparire sul telefono il numero della vostra banca o della caserma. Anche in questo caso, la strategia è la stessa: mettere giù e chiamare il vostro referente in banca.
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Online: propongono fondi di investimento o affari troppo allettanti, come case a prezzi stracciati. Gli esperti hanno sottolineato che “quando un affare proposto è troppo allettante è sempre una truffa”.
L’incontro ha avuto un momento di riflessione finale: i relatori hanno sottolineato che i truffatori creano “una scena di urgenza” che mette sotto pressione l’anziano, e poi escogitano trucchi e inganni per agire. L’unico modo per difendersi è superare l’isolamento e non rimanere da soli, ma “farsi arcipelago”, per propagandare le conoscenze e difendersi meglio.
Nota: il Comune di Padova mette a disposizione, per casi come questi, lo:
Sportello di Supporto (Ufficio Attività Creative Terza Età)
Ente di riferimento: Settore Servizi Sociali, Comune di Padova.
Indirizzo: Via Giotto, 34, Padova.
Numero di telefono: 049 820 5088.
Orari di apertura:
Lunedì, mercoledì, venerdì: dalle 09:00 alle 12:00.
Martedì: dalle 15:00 alle 16:30.
Padova, venerdì 26 settembre 2025
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