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“Un mondo da condividere”: quando i “nonni” diventano narratori e il cerchio si chiude

04/12/2025 12:43

Ieri pomeriggio, 3 dicembre, nella sala polivalente del Centro Servizi Beato Pellegrino, si è concluso con emozione il ciclo di incontri “Un mondo da condividere”, il progetto che da ottobre ha intrecciato storie, culture e generazioni in un dialogo straordinario.

L’ultimo incontro: i nostri ospiti protagonisti

Come previsto fin dall’inizio del progetto, l’ultimo appuntamento ha visto un’inversione di ruoli. Dopo aver ascoltato per settimane racconti di terre lontane, sono stati i nostri ospiti a prendere il microfono e diventare narratori delle tradizioni del Veneto e di Padova.

Hanno raccontato con passione monumenti, curiosità sulla città, eventi tipici del territorio, tradizioni culinarie tramandate di generazione in generazione. E lo hanno fatto con entusiasmo: alzavano spesso la mano per intervenire, desiderosi di condividere memorie e conoscenze con quei ragazzi venuti da così lontano.

Gli studenti internazionali – provenienti da Giappone, Turchia, Scozia, Pakistan, Uzbekistan, Kazakistan, Iran – ascoltavano incuriositi e ponevano domande. Uno scambio ricco, autentico, dove dare e ricevere si sono intrecciati naturalmente.

E alla fine, visto il periodo natalizio, è stata offerta agli studenti una fetta di pandoro. Un gesto semplice ma denso di significato: l’accoglienza, la condivisione, quel calore che trasforma un incontro formale in un momento di famiglia allargata.

Le parole che scaldano il cuore

Gli studenti hanno ringraziato e hanno detto che gli mancheremo, che si sono trovati molto bene. Parole che restituiscono il senso profondo di questo progetto: non solo un’attività educativa, ma un’esperienza umana che lascia traccia nel cuore di tutti i partecipanti.

Un viaggio di tre mesi tra culture e generazioni

Da ottobre a dicembre, sei incontri pomeridiani hanno costruito ponti tra mondi apparentemente lontani. Nel primo appuntamento, studenti da Turchia e Giappone hanno aperto finestre su culture affascinanti, portando anche tè matcha e dolcetti turchi che sono diventati occasione di condivisione nei vari reparti del Centro Servizi.

Negli incontri successivi si è viaggiato in Pakistan e Scozia, poi in Uzbekistan e Kazakistan. Il penultimo appuntamento ha visto gli studenti tirare le fila con quiz sui Paesi raccontati e un momento toccante: uno studente iraniano ha suonato il tanbur, uno strumento musicale a corde di antichissime origini persiane, lasciando tutti senza parole.

I valori di un progetto che guarda lontano

“Un mondo da condividere” ha dimostrato quanto sia prezioso costruire ponti tra culture e generazioni, specialmente in un tempo attraversato da eventi drammatici che minano gli equilibri della società. Conoscere l’altro, ascoltarne la voce, scoprirne le tradizioni è un atto di pace quotidiana che parte dalle relazioni umane, dall’incontro diretto, dal dialogo.

Il progetto ha restituito ai nostri ospiti un ruolo attivo e riconosciuto nella comunità. Ha stimolato memoria, curiosità, attenzione. Ha mantenuto viva quella scoperta continua che è fondamentale per una vita partecipe, anche all’interno di una residenza.

E ha creato legami autentici tra giovani studenti e persone anziane, dimostrando che lo scambio intergenerazionale arricchisce tutti: i ragazzi portano nuove prospettive e stimolano il desiderio di confronto, gli anziani accolgono, condividono esperienza, tramandano memoria.

La collaborazione con l’Università

Il progetto è stato realizzato dal servizio educativo di AltaVita-IRA in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, consolidando un legame nato negli anni scorsi e che continua a portare frutti preziosi.

Una collaborazione che ha permesso di trasformare la sala polivalente del Beato Pellegrino in un luogo di incontro tra università e territorio, tra giovani e anziani, tra culture diverse che si scoprono capaci di dialogare e comprendersi.

Un cerchio che si chiude, ma un dialogo che continua

Il ciclo “Un mondo da condividere” si conclude, ma lascia semi piantati. Nei cuori degli studenti che hanno scoperto quanto gli anziani abbiano ancora da insegnare. Nei nostri ospiti che hanno ritrovato il piacere di essere ascoltati e riconosciuti come custodi di cultura e memoria. Negli educatori e nelle docenti che hanno visto nascere relazioni autentiche e momenti di scoperta reciproca.

Un progetto che ha dimostrato, incontro dopo incontro, che costruire ponti è possibile. E necessario.

Padova, giovedì 4 dicembre 2025




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